Specie botaniche
del Parco Reda

Fatto accesso all’ingresso principale non passa inosservata l’imponente grotta fontana, corredata su entrambi i lati da impianti di Taxus molto antichi, viste le dimensioni (questa specie cresce molto lentamente), tra cui si identificano interessanti esemplari di Cephalotaxus harringtoniana, posizionati sul lato destro e sinistro della grotta, dalla forma a calice.

Il lato sinistro dell’ingresso è completato da una variegata commistione di Agrifogli (Ilex aquifolium), anche questi di dimensioni importanti e che nel periodo Natalizio si vestono a festa coprendosi di bacche rosse.

Salendo lungo il sentiero, possiamo vedere sulla sinistra un gruppo di azalee (Rhododendron hirsutum) e (Rhododendron x Mollis) la seconda varietà al centro. Oltre lo scalino in prossimità della seduta, regala la sua ombra un’imponente Thuja Occidentalis. Proseguendo il sentiero si raggiunge un vero e proprio “colosso della natura” la Sequoia Gigante (Sequoiodendron giganteum). Chiamata anche Wellingtonia è originaria di aree ristrette della Sierra Nevada in California. Può raggiungere i 95 metri di altezza ed avere un diametro basale di quasi 9 metri. Il portamento è conico simmetrico, con i rami che scendono verso il basso e la sua corteccia è di colore rosso scuro.

Proseguiamo il nostro percorso risalendo la tortuosa scalinata che porta al livello superiore. Vista l’esposizione del versante a nord-ovest sono stati inseriti sul declivio superiore alla scalinata impianti di Aucuba Japonica dalle bacche rosse, spesso utilizzata per creare siepi ma che in questo caso “chiazza” il pendio.

A monte dell’intero percorso della scalinata si possono trovare differenti varietà di Ortensie (Hydrangea) che accompagnano la salita.

Raggiunto il piano, ci troviamo in fronte allo chalet, si procede lungo il viale, dove incontriamo sulla destra 12 Tigli, messi a dimora per definire il perimetro esterno della zona e regalare ombra a chi desidera indugiare sulle panchine sottostanti.

Di notevole interesse, sito lungo il versante sinistro è possibile scorgere un esemplare di Sciadopitys Verticillata è una specie curiosa che non assomiglia a nessun’altra conifera, dalla forma piramidale e con lunghi aghi di colore verde chiaro, poco stretti e disposti a stella intorno ai ramoscelli è originaria del Giappone. In piano, dirigendoci verso sud est raggiungiamo la seconda Grotta Fontana, ai lati della quale fanno bella mostra di sé due statue in pietra bianca raffiguranti in sequenza “l’inverno” e “l’autunno”; queste statue sono state da breve ripristinate in quanto decapitate da grave atto vandalico.

Nella grotta è possibile scorgere due figure mitologiche che ne adornano e impreziosiscono il contesto. Dedicati alcuni minuti, ad apprezzare il manufatto, possiamo salire lungo la scalinata di sinistra, che conduce tra Azalee e un antico esemplare di Juniperus thurifera al primo belvedere, in cui possiamo trovare tavolo e sgabelli realizzati, come per altro tutti i manufatti presenti, in cemento a mo’ di finto legno.

Si prosegue ancora in salita imboccando la scalinata per raggiungere il secondo belvedere posto in asse con quello inferiore, ci accompagna un bell’esemplare di Nandina domestica che cede il passo a una siepe di Laurus Nobilis.

A questo punto volgendo la schiena alla terza grotta lo sguardo può spaziare lungo tutta la valle. Da far notare i due pianori che si aprono ad ala uno opposto all’altro.  Schiena alla grotta quello di destra era adibito al campo da bocce, mentre quello di sinistra era adibito a orti. Attualmente vengono utilizzati il primo come sito per quattro orti a cassoni di prossima fattura, il secondo come orto didattico della Primaria del plesso di Valle Mosso.

Ultima rampa di scale che sale a raggera e si raggiunge l’ultimo e più alto livello del parco dove si identifica il campo da tennis, un tempo realizzato in terra rossa e la zona relax dedicata ai picnic, un tempo utilizzata, si ipotizza, per ospitare delle voliere.

Riprendiamo la discesa percorrendo le scalinate opposte a quelle sino ad ora utilizzate… Tra il secondo e il primo belvedere ci piace dare risalto alle tre Camelie Sasanqua, messe a dimora dai bambini e ragazzi del plesso di Valle Mosso durante la giornata mondiale degli alberi 2020.

Raggiunto il piano dei Tigli, portandosi verso il bordo esterno è possibile vedere un antico esemplare di Nespolo, un tempo molto presente negli orti e giardini, e oggi del tutto sparito.

Giunti all’estremo perimetro del viale si riscende verso valle, appena superata la curva sul versante destro si incontrano tre Hamamelis di nuovo impianto caratteristiche per la loro fioritura invernale prima del getto del fogliame.

A questo punto vi invitiamo a seguirci e, oltrepassando la siepe di Lauroceraso (Prunus Laurocerasus), tra macchie di Agrifogli e Conifere tra cui un bell’esemplare di pinus strobus Cedrus Deodara, scendiamo lungo un sentiero in terra battuta che conduce a due essenze davvero interessanti.

Primo in sequenza è il Kako (Dyospiros Kaki) la particolarità di questo albero è la sua altezza, unita alla sua centenaria età, del tutto anomala rispetto allo standard. Si tenga presente che una pianta di questa specie raggiunge in media un’altezza dai 4 agli 8 metri, situazione che in questo caso, come potete appurare voi stessi, è assolutamente non rispettata. Ogni anno questa pianta produce molti frutti, piccoli ma sodi e dal sapore gradevole. Avanzando raggiungiamo colui che, unitamente alla Sequoia Gigante è il simbolo del parco, parliamo del monumentale Cedro (Cedrus Deodara). Originario del versante occidentale dell’Himalaya e in altre aree limitrofe tra cui Tibet e in Nepal. Si trova a quote di 1550 – 3200 m di altitudine. Fruttifica verso i 40 anni. Ha forma conica coi rami ricadenti dalla nascita. Presenta aghi di lunghezza 4-6 cm portati a ciuffi. A differenza dell’esemplare visto in precedenza e che rispetta tutti i canoni standard di questa varietà, quello che ci si pone davanti è un vero e proprio prodigio della natura, la particolare conformazione dei fusti che si sviluppano già ramificati dal colletto, creano una struttura a giganteschi polloni che si sviluppano dal corpo centrale per stagliarsi parallelamente a esso verso l’alto.

Possiamo quindi procedere risalendo fino a raggiungere il sentiero principale. Il declivio sottostante è impreziosito da impianti di rododendri (Rhododendron) a unità singola, betulle e conifere antiche che impreziosiscono la zona.  Intersecando il sentiero principale è obbligatorio alzare gli occhi al cielo e apprezzare la maestosa Chamaecyparis lawsoniana Alumii. Conifera dalla forma conica e stretta, che si allarga nei soggetti adulti, a fogliame bluastro; nel nostro caso la specificità è che la struttura è retta da tre fusti portanti che si sono sviluppati sinergicamente e con grande vigore.

Spostando lo sguardo verso destra, impreziosiscono il versante a monte del sentiero di interseco, ancora esemplari importanti di Rododendri a unità singola e taxus in macchia.

Di gran pregio è la Lagerstroemia indica, collocata nel versante superiore al sentiero principale, antica e naturale, inquanto non ha mai subito potature di contenimento che sono di consuetudine per questa essenza. Caratteristica per la sua pelle on corteccia liscia e cadente in placche (motivo per cui in Italia viene comunemente chiamato "albero di San Bartolomeo" santo che subì il martirio della scorticatura), produce infiorescenze purpuree durante il periodo estivo e il suo legno è pregiato per la sua tenacità. È affiancata da imponenti e sinuosi taxus. Ultimi occupanti di questo versante sono le Camelie Japonica, ne abbiamo esemplari davvero imponenti e storici, a fiore singolo come era uso ai tempi della messa a dimora. Spiccano esemplari davvero di pregio sia per dimensione che per fioritura. Di recente impianto è la piccola Camelia posizionata centralmente alle “anziane”, di varietà Margaret Devis, a fiore doppio simile a un garofano. Non saranno passate inosservate le Palme, un vero e proprio must dei giardini del periodo, utilizzate da segna passo lungo i viali, se non controllate prolificano e nel nostro caso hanno trovato terreno fertile e lo hanno colonizzato in modo irregolare.

Ci stiamo ormai avviando alla fine della nostra esperienza, non si può non notare altre due conifere di gran pregio. Il Cedrus Atalntica Glauca, conifera dalla forma piramidale, irregolare nei soggetti giovani tende a divenire più compatta con lo sviluppo. Presenta aghi molto fitti, di un bel blu argentato, e pigne molto decorative nei soggetti adulti. Il Calocedrus decurrens, conifera dalla forma conica, stretta e a ramificazione caratteristica appiattita e a ventaglio. Possiede un fogliame verde intenso, lucido e molto fitto.

E per terminare in bellezza il tripudio dei Rododentri (Rhododendron) e delle azalee mollis (Rhododendron x Mollis) che durante la primavera esplodono nelle loro tonalità rosse viola e purpuree i primi e di giallo caldo e intenso le seconde.

Buona visita al Parco Reda!